VSF e il progetto “Venezia città campus” che mira a sviluppare il cluster della conoscenza nel territorio veneziano sono stati presentati all’EUniverCities Network Meeting di Ghent (Belgio) il 7 maggio.
EUniverCities è una rete europea, lanciata nel 2012, in cui città e università di medie dimensioni collaborano per sviluppare le città della conoscenza in Europa. La rete mira infatti a creare un centro di scambio e condivisione di conoscenze, competenze ed esperienze di cooperazione tra città e università in tutto il Vecchio continente.
Nella seconda giornata del meeting, svoltosi tra il 6 e l’8 maggio, il direttore generale della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità (VSF) Alessandro Costa e il project manager di Venezia città campus Jacopo Galli hanno esposto le attività della Fondazione con un focus sul progetto Venezia città campus.
Costa ha raccontato come la Fondazione sia composta da un ampio partenariato pubblico-privato (46 soci, 13 fondatori e 33 co-fondatori, tra cui Regione del Veneto, Comune di Venezia, istituzioni, atenei, think tank, centri di ricerca e aziende di rilievo nazionale e internazionale) interessato a fare di Venezia un laboratorio di riferimento internazionale per la sostenibilità. Una realtà innovativa, unica al mondo, che punta a creare un modello integrato (ambientale, economico, sociale) di sviluppo sostenibile per la Città di Venezia ed il suo territorio metropolitano.
In seguito Galli ha esposto il progetto Venezia città campus, un programma di espansione della didattica, della ricerca e dell’innovazione, di attrazione di capitale umano, ma anche di rigenerazione urbana e di nuova residenzialità. Sostenuto dal Comune di Venezia e con il coinvolgimento dei soci accademici della Fondazione ha l’ambizione di innescare un processo di rivitalizzazione sostenibile della città, consolidando in 10 anni un cluster urbano della conoscenza nella Venezia di terra e d’acqua. Primo nucleo di questa iniziativa, è stato l’avvio del “Polo dell’acqua” (in collaborazione con Iuav, Ca’ Foscari, Cnr e Marina Militare), seguito da anche a un altro corso sul “Polo del restauro” e tre nuovi corsi di laurea interdisciplinari, per valorizzare a fini didattici e di ricerca gli spazi dell’Arsenale.