La registrazione da parte della Corte dei Conti della nomina dell’urbanista Roberto Rossetto a Presidente dell’Autorità per la laguna di Venezia ed il conseguente avvio di questo nuovo Ente, è una buona notizia, non solo per Venezia, ma per tutto il Paese e rappresenta un’occasione per porre nuovamente l’attenzione su una importante recente modifica della Costituzione della Repubblica, la più bella del mondo.
Se la salvaguardia di Venezia è infatti “primario interesse nazionale”, come dice una legge del 1973, la “tutela del paesaggio, del patrimonio storico e artistico, dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”, è un dettato costituzionale (art. 9).
L’inserimento dei riferimenti all’ambiente, avvenuto nel 2022, è l’unica revisione dei Principi fondamentali della Carta avvenuta nella storia repubblicana.
Non c’è un luogo singolo migliore che Venezia e la sua laguna per rappresentare tutti gli elementi (cultura, natura ed interesse delle future generazioni) che vengono citati in tale articolo: realizzare la sua tutela significa dare una plastica attuazione a tale Principio fondamentale.
Con l’entrata in funzione del MOSE, il 3 ottobre del 2020, abbiamo potuto segnare il successo della difesa della città e del suo immenso patrimonio culturale dagli allagamenti: essa è risultata tanto efficace quanto necessaria (le barriere del MOSE si sono alzate per più di 80 volte da allora) ed abbiamo dimostrato che ciò non è avvenuto a discapito dell’ambiente, anzi. Il Piano delle opere ha compreso importanti interventi di ripristino ambientale, ed altri sono in corso di attuazione. Venezia e la sua laguna sono un laboratorio a cielo aperto per l’adattamento ai cambiamenti del clima, di rilevanza mondiale. Ad esso guardano ed in esso operano scienziati di livello internazionale, qui si confrontano gli interventi che possono e dovranno essere messi in atto nelle aree costiere di tutto il pianeta.
Con l’avvio della nuova Autorità per la laguna di Venezia, ente pubblico non economico di rilevanza nazionale, oggi segniamo la partenza di un nuovo esperimento di governance istituzionale multi-livello, per attuare nella pratica e nel luogo-icona più rilevante, il nuovo Principio fondamentale della Costituzione. Infatti, a tale Ente “sono attribuite tutte le funzioni e competenze relative alla salvaguardia della città di Venezia e della sua laguna e al mantenimento del regime idraulico lagunare” (art. 95 del DL 104/20).
Si tratta di un compito non da poco, che la legge articola in ben 19 punti, al fine di riunire anche in senso operativo attività di Enti ed amministrazioni diverse. Il Presidente riunirà infatti un Comitato di gestione, cui partecipano 7 dirigenti di 4 ministeri e 3 enti locali e si avvarrà di un Comitato consultivo di 7 esperti indicati da Amministrazioni diverse.
Non si tratterà solo di far funzionare (bene) il MOSE, ma di dare avvio ad una serie di interventi in laguna ed in città nel breve e medio termine, e soprattutto di avviare la predisposizione di quelli che guarderanno ad un orizzonte nemmeno poi così lontano, quando l’inevitabile salita del livello del mare chiederà un cambio di paradigma.
Lo scopo non è solo quello di salvare “pietre” e “natura” (l’ urbs), ma anche di favorire lo sviluppo sociale ed umano (la civitas), con azioni che, per rispondere al dettato costituzionale dell’”interesse delle future generazioni”, non possono che adottare il criterio della sostenibilità, declinata nelle sue forme ambientale, economica e sociale.
Anche questo “esperimento istituzionale“ della nuova Autorità è quindi parte di una sfida complessa ed ambiziosa, che si affronta a Venezia, ma che riguarda l’Europa e l’intero Pianeta. Per questo motivo, ed in questo senso, nel titolo della Fondazione di cui sono Presidente, Venezia è “capitale mondiale” della Sostenibilità.
Le nostre azioni di oggi sono tutte riferite all’interesse delle future generazioni, che continueranno ad abitare Venezia e godranno dei servizi ecosistemici della sua laguna, ma ha anche un orizzonte che si estende a tutto il pianeta: nel mantenere sicuro il territorio ed i suoi abitanti, nel preservare il patrimonio culturale, nella tutela di ecosistemi unici e preziosi, si costruiscono le condizioni per uno sviluppo sociale che non solo risponda alle “sfide verdi” per evitare la catastrofe globale, ma che fornisce i contenuti culturali ed economici di un futuro che è già iniziato.
Il tempo a nostra disposizione è fissato dai cambiamenti globali e sappiamo che è poco: l’operatività della nuova Autorità andrà sostenuta ed aiutata non solo dalle istituzioni che vi partecipano direttamente, ma anche dal mondo della ricerca e della cultura, dai corpi sociali, dai cittadini tutti. La Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità si mette a piena disposizione e formula al Presidente Roberto Rossetto i migliori auguri di buon lavoro.
Renato Brunetta
Presidente Fondazione Venezia Capitale mondiale della Sostenibilità