Si è aperta oggi la seconda edizione del summit internazionale dedicato alla moda sostenibile. Quest’anno il “Venice Sustainable Fashion Forum” fa parte – come evento collaterale – della Biennale della Sostenibilità 2023 “L’era del Mose”.
Al via ai lavori, avvenuto oggi nella sede della Fondazione Cini nell’isola di San Giorgio Maggiore, ha preso parte una delegazione della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (FVCMS/VSF).
Il Forum ideato da The European House Ambrosetti si sta affermando come uno degli eventi di riferimento sulla sostenibilità nella filiera della moda, con focus tematici utili ad analizzare il presente e il futuro di un settore chiave per la transizione sostenibile.
Tra le conclusioni emerse nel corso del summit si è evidenziato che «produrre un capo sostenibile sembra esser due volte più costoso rispetto a uno tradizionale, ma promette una marginalità fino a quattro volte superiore…i margini rappresentano un fattore chiave per determinare la prontezza delle aziende a sobbarcarsi i costi di una transizione sostenibile della produzione».
Per quanto riguarda i consumatori, è stato acclarato che: «la scarsa disponibilità di prodotti e la carenza di informazioni rimangono le principali barriere allo shopping sostenibile. Ancora oggi un prodotto acquistato online su tre viene restituito ed è spesso destinato a finire in una discarica in un Paese africano».
Lo studio ha fatto anche emergere che il mercato del lusso di seconda mano è cresciuto del 28 per cento in un anno. C’è molta strada da fare verso i lavoratori del settore, visto che meno del 2 per cento riceve un salario di sussistenza e i fattori di rischio paiono aumentare. Per contro, grande attenzione è riservata al clima, con il doppio delle aziende che rendiconta le proprie emissioni.
Venezia diventa così sempre di più il luogo dove affrontare il tema della sostenibilità.